In data 24 dicembre 2020 la Commissione Europea ed il Regno Unito hanno raggiunto un Accordo[1]che definisce le condizioni della futura collaborazione sostanzialmente risolvendo tutte le questioni che, da tempo, ostacolavano il buon esito dei negoziati per scongiurare uno scenario di “hard Brexit”.

L'Accordo trova la sua ratio nella volontà di mantenere lo storico rapporto di cooperazione esistente tra l’Unione ed il Regno Unito, salvaguardando l'integrità del mercato unico e l'indivisibilità delle sue quattro libertà fondamentali. Esso si basa su tre pilastri, ossia i) unnuovo partenariato economico e sociale con il Regno Unito, ii) un nuovo quadro giuridico in materia di cooperazione delle autorità di enforcement e giudiziarie in materia penale, ed iii) un accordo orizzontale in materia di governance. L’Accordo non si estende alla politica estera, alla sicurezza esterna e alla cooperazione in materia di difesa, di talché, a partire dal 1º gennaio 2021, non vi sarà più un quadro comune al Regno Unito e all'Unione per elaborare e coordinare azioni e risposte in tali settori. Pur costituendo il miglior risultato possibile nelle circostanze, per numerosi riguardi l’Accordo riporta indietro di decenni l’orologio della storia.

Il nuovo partenariato economico e socialenon disciplina soltanto gli scambi di merci e servizi, e bensì anche diversi settori quali, tra gli altri, gli investimenti,la proprietà intellettuale, l’energia, la concorrenza, i trasporti aerei e stradali e la pesca.

Per quanto riguarda lemerci, l'Accordo istituisce un'area di libero scambio senza tariffe o quote sui prodotti, assicurando la parità di condizioni tra le parti per una concorrenza aperta e leale. Più particolarmente, l'Accordo stabilisce non solo che ciascuna parte dovrà garantire la libertà di transito delle merci sul proprio territorio,tramite le rotte più convenienti, da e verso l'altra parte e/o qualsiasi Paese terzo[2], e bensì anche astenersi dall’imporre dazi doganali[3]e all'esportazione[4]. Per quanto riguarda le norme di origine[5],le imprese europee e britannichedovranno rispettare regole equivalenti a quelle che l'Unione e il Regno Unito applicano ai rispettivipartner commerciali[6].

Le parti hanno deciso di riconoscere i rispettivioperatori economici autorizzati (Authorised Economic Operator, AEO)[7], consentendo loro di godere di alcune agevolazioni relative alla certezza delle loro operazioni doganali con le autorità dell'altra parte. Inoltre, poiché a partire dal 1° gennaio 2021 tutti i prodotti esportati dall'Unione verso il Regno Unito dovranno essere conformi alle normative britanniche e saranno soggetti agli eventuali controlli di conformità nazionali(e viceversa), l'Accordo contiene una serie di disposizioni volte a prevenire le barriere e i requisiti tecnici non necessari, anche attraverso la cooperazione bilaterale, semplificando le procedure per dimostrare la conformità dei prodotti[8].

Per quanto riguarda i servizi e gli investimenti, la clausola di non discriminazione[9] dell'Accordo garantisce che i fornitori di servizi e gli investitori europei saranno trattati non meno favorevolmente di quelli britannici nel Regno Unito e viceversa. Inoltre, l'Accordo include anche una c.d. “clausola dellanazione più favorita" (most favoured nation clause)[10], che consente all'Unione e al Regno Unito di rivendicare qualsiasi trattamento più favorevole rispettivamente concesso nei loro futuri accordi con altri Paesi terzi. Poiché il Regno Unito ha deciso di non consentire più la libera circolazione dei cittadini europei nel proprio territorio, i viaggi d'affari le due partisubiranno delle modifiche. Tuttavia, per quanto riguarda gli spostamenti temporanei delle persone fisiche a fini commerciali, l’Unione e il Regno Unito hanno predisposto un'ampia gamma di impegni reciproci che agevolano la possibilità per le imprese situate in una delle due parti di trasferire determinati dipendenti per finalità lavorative in una filiale situata nel territorio dell’altra parte (per una durata massima di 3 anni)[11].

Inoltre, nonostante a partire dal 1° gennaio 2021 i cittadini britannici e quelli europei dotati di qualifiche acquisite nel Regno Unito dovranno ottenerne il riconoscimento nello Stato Membro pertinente sulla base delle rispettive norme nazionali, l'Accordo prevede un meccanismo in base al quale le parti potranno successivamente concordare, secondo una valutazione caso per caso e per professioni specifiche, disposizioni aggiuntive per il riconoscimento reciproco di determinate qualifiche professionali[12].

Per quanto riguarda la proprietà intellettuale, l'Accordo integra il quadro giuridico esistente[13] con standard specifici e più dettagliati che si applicheranno, tra le altre cose, ai diritti d'autore[14], ai marchi[15] e ai brevetti[16]. Inoltre, tutte le indicazioni geografiche europee già registrate nell'Unione entro la fine di dicembre 2020 saranno protette nel Regno Unito in virtù delWithdrawal Agreement[17].

Per quanto riguarda l'energia, l'Unione e il Regno Unito hanno deciso di stabilire un nuovo quadro per la loro futura cooperazione che garantisca l'efficienza del loro commercio transfrontaliero ed assicuri una solida parità di condizioni. Nello specifico, ciascuna parte garantisce che la propria normativa in merito alla produzione, trasmissione, distribuzione e fornitura di elettricità egas naturale non sia discriminatoria per quanto riguarda tariffe eprocedure applicabili, e che i clienti siano liberi di scegliere il fornitore che più li soddisfa nei rispettivi mercati al dettaglio[18]. L'Accordo contiene disposizioni volte ad assicurare un uso efficiente degli interconnettori di elettricità[19] e gas[20], nonché la sicurezza dei rispettivi approvvigionamenti[21]. Entrambe le parti, inoltre, si impegnano a rispettare gli obiettividell'Accordo di Parigi sul clima[22] e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Data la loro forteinterdipendenza economica, l'Unione e il Regno Unito hanno concordato impegni reciprocimiranti adassicurare condizioni di parità per una concorrenza aperta ed equa. Più particolarmente, con l’Accordo le parti ribadiscono l'importanza della libera concorrenza nelle loro relazioni commerciali, riconoscendo che le pratiche anticoncorrenziali possono distorcere il corretto funzionamento dei mercati e minare i vantaggi della liberalizzazione degli scambi[23]. Di conseguenza, le rispettive normative dovranno esserein grado di far fronte efficacemente a pratiche quali i) gli abusi di posizione dominante, ii) le concentrazioni che possono avere effetti anticoncorrenziali significativi, e iii) gli accordi che hanno per oggetto o per effetto la prevenzione, restrizione o distorsione della concorrenza[24]. A tale scopo, le recenti Linee Guida dalla Commissione[25] e dell’Autorità garante della concorrenza britannica (Competition and Market Authority, CMA)[26]forniscono indicazioni particolarmente significative.

Per quanto riguarda i trasporti, l'Accordo stabilisce i termini e le condizioni in base ai quali i vettori aerei, i trasportatori di merci su strada e gli operatori di autobuseuropei e britannici potranno continuare a prestare servizi tra l'Unione e il Regno Unito a partire dal 1° gennaio 2021. Nello specifico, i vettori britannici potranno sorvolare il territorio dell'Unione senza atterrare, effettuare scali a fini non di traffico e svolgere servizi di linea e non di trasporto di passeggeri e merci tra il Regno Unito e Unione, senza tuttavia poter più effettuare trasporti di passeggeri o merci tra due Stati Membri. I vettori aerei britannici che desiderano operareconformemente all'Accordo dovranno rispettare determinate condizioni quali, tra le altre, il possesso di una valida licenza rilasciata dalle autorità competenti, il mantenimento della sede principale della loro attività nel Regno Unito ed una struttura proprietaria di possesso o controllo maggioritario di soggetti ivi stabiliti. Condizioni speculari saranno applicate ai vettori europei[27]. Gli autocarri britannici potranno raggiungere o far ritorno dall'Unione anche privi di carico, e gli stessi diritti saranno riconosciuti agli autocarrieuropei che viaggiano da qualsiasi punto dell'Unione verso il Regno Unito e viceversa[28]. Gli autocarri britannici ed europei, inoltre, saranno autorizzati ad eseguire fino a due operazioni aggiuntive nel territorio dell'altra parte una volta attraversato il confine, mentre i servizi regolari di autobus internazionali continueranno a collegare l'Unione e il Regno Unito[29].

Per quanto riguarda la pesca, eventuali modifiche delle disposizioni sull'accesso alle rispettive acque verranno gradualmente introdotte in futuro. Più particolarmente, dopo un periodo di 5 anni e mezzo, durante il quale le norme attualmente in vigorecontinueranno a trovare applicazione, l'Accordo prevede consultazioni annuali per stabilire il livello e le condizioni di accesso reciproco alle rispettive zone economiche esclusive (Exclusive Economic Zones, EEZ) e alle acque territoriali di ciascuna parte. L'Unione e il Regno Unito, inoltre, terranno consultazioni annuali per determinare congiuntamente il totale ammissibile di catture (total allowable catches, TAC) per ciascuno stockitticoin un dato periodo di tempo tenendo conto dei pareri scientifici sulle esigenze di conservazione nonché dei fattori economici più rilevanti[30].

Garantire la sicurezza e la protezione dei cittadinieuropei e britannici contro le minacce comuni ed in continua evoluzione, come la criminalità transfrontaliera, la criminalità informatica e il terrorismo rimane una priorità condivisa da entrambe le parti. Di conseguenza, l’Accordo predispone un nuovo quadro per l’applicazione delle norme in materia penale che assicuri una migliore cooperazione tra le autorità nazionali di polizia e giudiziarie nonché il rapido scambio di informazioni. Nello specifico, l'Accordo impone all'Unione, ai suoi Stati membri e al Regno Unito di continuare a rispettare la democrazia e lo stato di diritto, tutelando adeguatamente i diritti fondamentali previsti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (European Convention on Human Rights, ECHR)[31], e di garantireelevati livelli di protezione dei dati personali[32].

L'Accordo prevede anche un meccanismo per risolvere le controversie che potrebbero sorgere tra le parti sull'interpretazione o sull'attuazione dei rispettivi impegni. Più particolarmente, le parti dovranno preventivamente consultarsi in buona fede e, qualora una controversia continui a persistere, ciascuna di esse potrà richiedereche venga istituito un tribunale arbitrale indipendente composto da tre arbitri, che emetterà una decisione vincolante entro un termine prestabilito[33]. L’Unione e il Regno Unito, inoltre, hanno deciso di creare un organismo comune per gestire in modo efficiente l'Accordo, denominato Consiglio di partenariato (Partnership Council). Copresieduto da un membro della Commissione e da un rappresentante del Regno Unito a livello ministeriale, il Consiglio si riunirà almeno una volta all'anno, e le sue decisioni saranno prese di comune accordo tra le parti[34].

L’Accordo sugli scambi e la cooperazione fa seguito alle decisioni e soluzioni comuni adottate dal comitato misto UE-Regno Unito[35] in data 17 dicembre 2020[36]per dare attuazione al Withdrawal Agreement, che rimarrà in vigore garantendo che il Protocollo sull'Irlanda del Nord sia pienamente operativo dal 1º gennaio 2021. La palla passa ora al Consiglio che, su proposta della Commissione e all'unanimità tra tutti i 27 Stati Membri, dovrà adottare una decisione che autorizzi la firma dell'Accordo e la sua applicazione provvisoria dal 1º gennaio 2021.

Pur scongiurandouno scenario di “hard Brexit”, l’Accordo non sarà tuttavia in grado di impedire i cambiamenti che, con l’uscita del Regno Unito dal mercato unico e dall’unione doganale, inevitabilmente avranno luogo a partire dal 1º gennaio 2021. Di conseguenza, fondamentali saranno le decisioni che, nei prossimi mesi, entrambe le parti adotteranno al fine di garantire che questo storico avvenimento non crei un concreto pregiudizio per tutti gli stakeholders coinvolti.