In data 17 luglio 2019 la Commissione Europea ha avviato un’indagine formale nei confronti di Amazon1 per valutare se l’utilizzo da parte di questa di dati sensibili provenienti da venditori indipendenti che commercializzano i loro prodotti sul suo marketplace potrebbe risultare in violazione delle regole di concorrenza dell'Unione.

Per il tramite della sua piattaforma, Amazon riveste un duplice ruolo: vende prodotti come rivenditore e al tempo stesso fornisce un marketplace in cui i venditori indipendenti possono vendere direttamente i loro prodotti ai consumatori, raccogliendo continuamente dati su tutte le attività del marketplace. Secondo la Commissione, attraverso tale raccolta Amazon utilizzerebbe informazioni sensibili dal punto di vista concorrenziale riguardanti i venditori, i loro prodotti e le loro transazioni veicolate sul marketplace.

Nell’ambito dell’indagine, la Commissione esaminerà gli accordi standard tra Amazon e i venditori terzi, che consentono all’attività retail di Amazon di analizzare e utilizzare i dati dei venditori terzi. In particolare, concentrandosi sul se e in che modo l’utilizzo di tali dati da parte di Amazon, in qualità di rivenditore, potrebbe influire sulla concorrenza.

La Commissione valuterà altresì il ruolo dei dati nella selezione dei venditori che possono usufruire della funzione cd. Buy Box, nonché l’impatto, su tale selezione, dell’utilizzo da parte di Amazon di informazioni sensibili dal punto di vista concorrenziale detenute dai venditori terzi. La funzione Buy Box consente ai consumatori di aggiungere direttamente gli articoli di un venditore specifico nel carrello e, pertanto, essere selezionato per vendere attraverso la funzione Buy Box risulta di elevata importanza per i venditori, in quanto la maggior parte delle transazioni sulla piattaforma avviene attraverso tale funzione.

Anche in Italia Amazon è attualmente oggetto di indagine da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Con delibera del 10 aprile 2019, l’AGCM ha avviato un’istruttoria nei confronti del Gruppo per accertare un presunto abuso di posizione dominante ex articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), riguardante le condotte poste in essere da Amazon nell’ambito della fornitura ai venditori terzi dei servizi di intermediazione per la compravendita di beni e servizi sulla piattaforma di e-commerce Amazon.com e dei connessi servizi di logistica2.

Le condotte oggetto dell’istruttoria italiana riguardano in particolare i vantaggi conferiti da Amazon ai venditori del marketplace Amazon.com che utilizzano il servizio di logistica, e gli speculari svantaggi dei seller che gestiscono gli ordini autonomamente o avvalendosi di un operatore terzo, consistenti, nello specifico: (a) in una più efficiente rilevazione e interpretazione delle metriche di performance dei seller, con riguardo ai disservizi e ai reclami dei consumatori, sia per la qualità del prodotto e servizio reso dal seller, sia per la logistica gestita da Amazon; (b) in una maggiore visibilità nella pagina web dei risultati di una ricerca; e (c) in una maggiore velocità e facilità nell’acquisto del prodotto attraverso l’opzione che consente al consumatore di effettuarlo con un semplice click, senza necessità di selezione tra le offerte dei diversi venditori per uno specifico prodotto (c.d. BuyBox). Ciò consentirebbe ai venditori che si avvalgono del servizio di logistica di Amazon di migliorare le proprie vendite, penalizzando quelli che non usufruiscono del medesimo servizio. Secondo l’AGCM, in tal modo Amazon opererebbe una discriminazione tra i venditori operanti sulla sua piattaforma, basata sull’adesione o meno al proprio servizio di logistica, ottenendo al tempo stesso vantaggi competitivi significativi nel mercato della logistica, in quanto i venditori operanti sul marketplace Amazon.com sarebbero disincentivati ad affidare la gestione del proprio magazzino ad un operatore di logistica terzo per le vendite realizzate su Amazon.com3.