In data 2 ottobre 2020, l'India e il Sudafrica hanno richiesto[1] all’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization, WTO) di sospendere i diritti di proprietà intellettuale relativi a farmaci, vaccini e dispositivi per il contrasto della pandemia del coronavirus ai sensi dell’Accordo TRIPS (Agreement on Trade-related Aspects of Intellectual Property Rights) del 1994, per garantire anche ai Paesi meno avanzati la possibilità di accedervi.
I Paesi in via di sviluppo, infatti, sono stati colpiti duramente dalla pandemia, e hanno dovuto affrontare diverse carenze di kit diagnostici, maschere mediche e altri dispositivi di protezione individuale (Personal Protective Equipment, PPE)[2] che hanno messo ulteriormente a rischio le vite dei propri cittadini. Inoltre, nonostante diversi Paesi abbiano avviato la produzione interna di medicinali per il trattamento dei pazienti affetti da coronavirus, i diritti di proprietà intellettuale potrebbero ostacolarne la fornitura tempestiva a prezzi accessibili.
Per tali ragioni, l'India e il Sudafrica hanno proposto di sospendere temporaneamente l’applicazione delle sezioni dell'Accordo TRIPS relative al diritto d’autore e diritti connessi (Sezione 1)[3], ai disegni industriali (Sezione 4)[4], ai brevetti (Sezione 5)[5] e alla protezione delle informazioni riservate (Sezione 7)[6] per un periodo di tempo che dovrà essere stabilito dal Consiglio Generale[7], e fino a quando la vaccinazione sarà diffusa a livello globale e la maggior parte della popolazione sarà immune al virus. I due Stati richiedenti, infatti, temono le implicazioni dei requisiti di cui all’articolo 31bis[8] dell’Accordo TRIPS per i Paesi con capacità di produzione insufficiente, nonché i complessi e macchinosi processi che trovano applicazione all'importazione e all'esportazione dei prodotti farmaceutici. L’accoglimento della proposta, al contrario, garantirebbe a tali Paesi la facoltà incondizionata di non applicare i diritti di proprietà intellettuale relativi ai farmaci, vaccini e PPE necessari nella lotta al coronavirus per tutta la durata della pandemia.
Le proposte di deroga devono essere inviate al Consiglio TRIPS del WTO[9], che dispone di 90 giorni per presentare un rapporto alla Conferenza dei Ministri o, in sua assenza, al Consiglio Generale[10]. Dato che la proposta era stata inizialmente presentata il 2 ottobre 2020, il periodo di 90 giorni è scaduto il 31 dicembre 2020. Più particolarmente, la proposta era stata presentata e discussa il 16 ottobre 2020 in una riunione del Consiglio TRIPS[11], e successivamente in riunioni informali del 20 novembre e del 3 dicembre 2020. Nonostante l'India e il Sudafrica abbiano trovato diversi sostenitori tra i Paesi in via di sviluppo[12], vi sono state resistenze alla proposta da parte dell’industria farmaceutica e di diversi Paesi avanzati[13], secondo i quali l'Accordo TRIPS già dispone di strumenti sufficientemente flessibili per combattere le crisi sanitarie, come ad esempio le licenze obbligatorie, che assicurano l'uso di un brevetto senza l'autorizzazione del relativo titolare in casi di emergenza nazionale[14].
Constatando di non poter raggiungere l’unanimità sulla proposta entro la fine dell’anno, il 10 dicembre 2020 il Consiglio TRIPS ha deciso di continuare le discussioni nel 2021, presentando una relazione orale sullo stato dell’arte durante la riunione del 16-17 dicembre 2020. La decisione di proseguire le discussioni è stata quindi ratificata in data 18 dicembre 2020, ed una nuova riunione formale del Consiglio TRIPS è stata fissata per il 10-11 marzo 2021.
La palla dunque di nuovo agli Stati Membri, con l’auspicio di un accordo che potrebbe segnare una svolta significativa nella lotta al coronavirus a livello globale.