In data 17 marzo 2021, la Commissione ha proposto[1] di istituire un quadro comune per un certificato verde digitale al fine di agevolare la libera circolazione sicura delle persone durante la pandemia di coronavirus all'interno dell'Unione nonché porre rimedio ai problemi che l'assenza di formati standardizzati per le certificazioni richieste alla partenza o all’arrivo ha causato ai viaggiatori.

Più particolarmente, il Regolamento prevede tre diversi tipi di certificati (un certificato di vaccinazione[2], un certificato di test[3] ed un certificato di guarigione[4]) rilasciati gratuitamente in formato digitale oppure in forma cartacea. Ognuno di essi conterrà un codice QR interoperabile e leggibile meccanicamente, che ricomprenderà nome, data di nascita, Stato Membro di rilascio, un identificativo univoco del certificato nonché altre informazioni specifiche. Il codice QR sarà poi utilizzato per verificare in modo sicuro l'autenticità, l'integrità e la validità del certificato[5]. A tale scopo, la Commissione predisporrà un gateway e assisterà gli Stati Membri nello sviluppo di una architettura di software che le autorità potranno usare per verificare tutte le firme dei certificati in tutta l'Unione. L’ interoperabilità verrà garantita tramite protocolli di standardizzazione, secondo politiche, regole e specifiche stabilite di comune accordo nell’ambito degli Orientamenti della rete eHealth sugli elementi fondamentali di interoperabilità[6].

Al fine di evitare ogni forma di discriminazione all’interno dell’Unione, il Regolamento prevede che i certificati rilasciati da altri Stati Membri siano accettati secondo le stesse regole applicate a quelli rilasciati a livello nazionale, e che tutte le persone, vaccinate e non, possano beneficiarne quando viaggiano nell'Unione. Inoltre, qualora accetti la prova della vaccinazione ai fini dell'esenzione da alcune restrizioni sanitarie, come i test o la quarantena, uno Stato Membro sarà tenuto ad accettare, alle stesse condizioni, la prova di vaccinazione rilasciata da un altro Stato Membro relativa ai vaccini che hanno ottenuto un'autorizzazione all'immissione in commercio (AIC) nell'Unione[7]. Qualora, tuttavia, continui ad imporre ai titolari di un certificato verde digitale l'obbligo di sottoporsi a quarantena o a test, lo Stato Membro in questione dovrà darne notifica alla Commissione e a tutti gli altri Stati Membri, giustificando tali misure[8].

Il certificato verde digitale, che sarà valido in tutti gli Stati Membri e aperto anche ai c.d. Stati associati Schengen[9], dovrebbe essere rilasciato non solo ai cittadini europei e ai loro familiari indipendentemente dalla loro nazionalità, e bensì anche ai cittadini di Paesi terzi che risiedono nell'Unione e ai visitatori che hanno il diritto di recarsi in altri Stati Membri[10]. Essendo una misura temporanea, infine, il sistema del certificato sarà sospeso una volta che l'Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organization, WHO) avrà dichiarato la fine dell'emergenza coronavirus[11].