In data 10 novembre 2020, la Commissione Europea ha inviato una comunicazione degli addebiti ad Amazon, che costituisce un significativo avanzamento nelle indagini sulle sospette violazioni delle norme antitrust dell’Unione, mediante pratiche distorsive della concorrenza nei mercati online del commercio al dettaglio.
Per il tramite della sua piattaforma, Amazon riveste un duplice ruolo. Da un lato, fornisce un marketplace in cui i commercianti indipendenti possono vendere direttamente i loro prodotti ai consumatori, ma in tal modo raccogliendo continuamente dati su tutte le attività del marketplace quali, tra gli altri, i prodotti ed il numero delle unità di prodotto ordinate, i prezzi, ricavi dei venditori, il numero e le caratteristiche della visualizzazione delle offerte e i dati relativi alle spedizioni. Dall'altro lato, Amazon commercializza essa stessa prodotti come rivenditore, competendo direttamente con i venditori terzi che si affidano alla sua piattaforma per offrire i loro prodotti.
Secondo la Commissione, ingenti quantità di dati sensibili dal punto di vista concorrenziale sui commercianti indipendenti sono strutturalmente messi a disposizione dei responsabili dell'attività di vendita al dettaglio di Amazon, e fluiscono direttamente negli algoritmi che quest’ultima utilizza per decidere quali nuovi prodotti lanciare, i prezzi da praticare alle singole offerte nonché i migliori fornitori sul mercato. In questo modo, Amazon è potenzialmente in grado di evitare alcuni dei rischi che i commercianti corrono quando investono in nuovi prodotti utilizzando i dati dei venditori terzi, ciò che le consentirebbe di rafforzare ulteriormente la sua posizione dominante in Francia e Germania dove, rispettivamente, più del 70% e più dell'80% dei consumatori che hanno effettuato acquisti online negli ultimi 12 mesi hanno acquistato prodotti Amazon.
Parallelamente, dando seguito all’indagine formale del 17 luglio 20191 , la Commissione ne ha avviata una seconda per verificare se il trattamento preferenziale che Amazon garantisce alle proprie offerte al dettaglio rispetto a quelle dei commercianti indipendenti che utilizzano i suoi servizi di logistica e consegna possa risultare in violazione delle regole di concorrenza dell'Unione.
Più particolarmente, la Commissione si concentrerà sulla c.d. “Buy Box”, sul servizio Amazon Prime e sul loro rapporto con l'utilizzo dei servizi di logistica e consegna di Amazon.
Da un lato, infatti, la funzione “Buy Box” consente ai consumatori di aggiungere direttamente gli articoli di un venditore specifico nel carrello, di talché, essere selezionato per tale funzione risulta di elevata importanza per i venditori, in quanto oltre l'80% delle transazioni sulla piattaforma avviene attraverso di essa. Dall'altro lato, i consumatori Amazon Prime, che beneficiano di un trattamento preferenziale per la loro fedeltà dell’impresa, sono fondamentali per i venditori, in quanto non solo il loro numero è in costante aumento, e bensì anche perché essi spendono molto di più su Amazon rispetto agli altri consumatori.
Di conseguenza, la Commissione vorrà assicurarsi che anche i venditori che non utilizzano i servizi di logistica e consegna di Amazon abbiano la possibilità di competere in condizioni di parità sulle relative piattaforme, e che possano decidere liberamente di rivolgersi ad altri competitor senza rimanere concretamente bloccati nell'ecosistema di Amazon.